GLI INNOCENTI
Apocalisse III
1 All’angelo della Chiesa di Sardi scrivi: Così parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle: Conosco le tue opere; ti si crede vivo e invece sei morto. 2 Svegliati e rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. 3 Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e ravvediti, perché se non sarai vigilante, verrò come un ladro senza che tu sappia in quale ora io verrò da te. 4. Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti; essi mi scorteranno in vesti bianche, perché ne sono degni. 5 Il vincitore sarà dunque vestito di bianche vesti, non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. 6 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
Non nella trasgressione fine a sé stessa, non nell’ostentazione o nell’esaltazione del proprio ego o dell’uomo come misura ultima dell’assoluto, bensì nella mitezza, nell’umiltà e nel seguire senza compromessi l’amore, la bellezza sopra ogni bellezza, che si potrà toccare con mano la rivoluzione più autentica, ovvero ciò che eleva i piccoli alla grandezza delle galassie, ciò che rovescia i potenti della Terra dai troni, e innalza gli umili. Gli innocenti, salvati alla corruzione del tempo, sperimentano la bellezza del perdersi per ritrovarsi, vivendo della loro natura umana più autentica, smarriti ai confini della Terra, morendo al mondo.